martedì 20 agosto 2013

Poesie sparse... 34


.. working in the fields 
'till you get your back burned 
working neath the wheels 
'till you get your facts learned... 

(Badlands; Bruce Springsteen)



Picchiarono due gocce sul terrazzo 
e di fronte al portone un marciapiede 
rosastro scoloriva via col tempo 
ciclicamente mesto e cadenzato. 
Perché il sole una nuvola oscurava: 
solo una sola nuvola più piena 
di tutto il cielo, meno un solo spicchio. 
Un cielo che non stava solo in cielo 
cielo pure dipinto in molti cuori - 
cuori pieni di cielo e mari e terre 
ma mari di burrasca e terre mosse. 
Perché ogni uomo è intatto - se lo è - 
solo di fuori; e in ogni geografia
dell'anima è una placca dissestata.


Appena un paio di giorni dopo Poesie sparse... 32 avevo intuito che si sarebbe profilato un periodo abbastanza lungo che non mi avrebbe visto scrivere. Il pensiero è nato immediatamente dopo questi versi che, si badi bene, sono figli di una incredibile rabbia rimasta muta, nonché di diverse suggestioni targate Hemingway: insomma, roba mia, ma della quale probabilmente non vorrei nemmeno rivendicare il possesso.
Questi giorni di fine agosto, da parte loro, hanno visto vincere ancora una volta quel solito principio per cui da due grandi fami represse (o inespresse?) - quella di versi e quella d'amore - nasca molto spesso qualcosa di insolitamente bello.
E' una consolazione, per quello che vale. Magra, magrissima, deperita pure: ma, comunque, una consolazione.

Alle prossime puntate.


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