venerdì 28 dicembre 2012

IO & BRUCE: Nothing Man


Il cuore per preservarsi tende a dimenticare tutto ciò che occorre

Non ricordava come si fosse sentito. Non ricordava come si fosse sentito quando espresse per la prima volta i suoi sentimenti davanti a una ragazza. Non ricordava come si fosse sentito nei giorni immediatamente successivi al "no" di lei. Non ricordava come avesse passato quel compleanno. Non ricordava, ma si conosceva; e per questo motivo sapeva, o almeno "credeva di immaginare" quello che plausibilmente aveva fatto. Sapeva di avere camminato e camminato e camminato per circa 7-8 km, da mezzanotte fino all'una del mattino abbondante. Sapeva di essersi sfogato un paio di minuti con la sua migliore amica in un'affollata piazza della movida cittadina. Sapeva di aver poi proseguito per almeno un altro miglio a piedi fino a casa sua. Sapeva perciò di avere rincasato piuttosto tardi per i suoi standard (o, comunque, per quelli che all'epoca erano i suoi standard). Sapeva di averne pagato fio subendo abbondante metaforica sodomia da parte di suo padre. Sapeva di avere festeggiato i suoi 18 anni con uno sforzatissimo sorriso stampato sulla faccia; sapeva di avere mal accolto e mal sopportato i familiari suoi ospiti; sapeva di non averne digerito le telefonate di auguri.
Sapeva: perché in effetti aveva una memoria di ferro che difficilmente tendeva a dimenticare.
Ciò che invece non ricordava, ciò che aveva dimenticato, erano le sue emozioni di allora.
Non ricordava se il suo sopracciglio, improvvisamente ballerino davanti alle incazzature, lo avesse o meno tradito mentre le era di fronte; non ricordava se avesse avuto bisogno di fumare; non ricordava quanto il cuore gli si fosse agitato dentro il petto mentre vagava da solo per le strade notturne di una metropoli quel sabato sera incredibilmente deserta. Non ricordava neppure se la città, quella sera, fosse stata veramente così deserta o se era stata semplicemente la solitudine a fargliela apparire così.

La domanda fondamentale

Tuttavia, se ne restò fuori a far gelare il culo. Con buona pace per il suo raffreddore. Restò lì, come aveva fatto per buona parte della primavera, per tutta l'estate e per quell'inizio d'autunno. Restò lì, come aveva intenzione di fare poi per tutto l'inverno, ormai neanche troppo lontano a venire. Per le stagioni successive, chissà. Ma credeva di conoscere la risposta. Aveva fatto come un patto con le sue emozioni: lui le drogava, le imbottiva di morfina, le anestetizzava mal simulando un fittizio senso di pace all'interno di uno squallido tran tran che, almeno per un po', lo aveva illuso di poter un giorno essere felice. In cambio, loro non lo uccidevano. Non era tanto la depressione a fargli paura. Per quella, anche se inconsapevolmente, ci era passato: ci era finito dentro e poi ne era uscito, aveva saputo andare oltre. Non sapeva come: probabilmente grazie a quell'illusione, quel mondo ad hoc che si era creato su misura. Quindi no, non era la prospettiva di una nuova crisi a spaventarlo. Era ciò che ne sarebbe probabilmente derivato: la fine, la fine di tutto, la morte del cuore. Un cuore straziato da tempo, è vero; ma, per quanto assurdo possa sembrare, l'essere umano non scende mai a compromessi quando deve porsi la domanda fondamentale: vivere o morire? Se poi questa domanda arriva improvvisamente, e senza farsi attendere, allora la risposta è tanto più repentina. Istinto di autoconservazione, lo chiamano gli antropologi. Gente che ha studiato.

"Se capovolgi il mondo, lo specchio ti riflette..."

Tesoro, dammi un bacio...
Dio, dammi la forza...
E limitatevi a capire questo: io sono il signor nessuno.
Sono il signor nessuno.
E' questo che pensava sotto a un cielo terribilmente nero, orfano come lui della luna e delle stelle. E osservando quella fortuita vacuità del cielo sentì una feroce carica di freddo percuotergli il corpo, facendolo rabbrividire tutto lungo la spina dorsale. Il gelo passava di vertebra in vertebra, come un treno provinciale lungo le stazioni di tutti i paesi. Fu in quel momento che realizzò. Realizzò che quella sensazione di gelo non sarebbe passata mai. Realizzò che un altro anno, invece, era appena passato.
Girò la testa verso sinistra, si specchiò in una vetrina e credette di essere invecchiato. Non era vero, ma lo credette. Un'automobile fece manovra e parcheggiò a ridosso del marciapiede, dritto per dritto rispetto dove era lui.
La luce dei fari si proiettò sul vetro annullando l'effetto specchio e lui vide la sua immagine sparire.

Manet - I bevitori di assenzio

Da quelle parti tutti hanno perso qualcosa. Ed è il motivo, l'unico possibile, per cui tutti ci si ritrovano, seduti a sorseggiare intrugli di ogni genere, seduti all'aperto, incuranti di che tempo faccia, a un po' tutte le ore del giorno.
Si tratta di una realtà, di una logica, non troppo nuova e nemmeno troppo originale. Un pittore francese, Manet, l'aveva saputa rappresentare perfettamente con un disegno pure piuttosto famoso.
Quali fossero i problemi degli altri, quale il motivo del loro stare lì, sinceramente non gli importava. Sapeva il suo; e il suo, ne era convinto, bastava per due vite di solitudine in un bar.
Aveva finalmente messo a fuoco la questione, però. Aveva analizzato il problema. Però il problema ancora persisteva. Però era ancora lì. Però il cielo era ancora nero sebbene, quella volta, fosse nero perché gravido di pioggia.
Niente di nuovo, dunque; almeno per un osservatore esterno.
Ma una differenza c'era, e lui la conosceva. Era sottile, ma c'era: si era trovato un secondo motivo, un secondo perché. Meno probabile di quello principale, è vero. Ma ce lo aveva.
Faticava a stare in piedi da solo, ma intanto esisteva: lui lo avrebbe retto fintantoché gli sarebbe tornato utile.
In fondo si trattava di una farsa, e sapeva bene anche questo. Ma era di altro, in verità, che aveva bisogno? Il problema stava tutto lì.
Non aveva risposte sul lungo termine, ma aveva imparato a confezionarsene tante a breve scadenza. Si sarebbe illuso ancora, perché no? E poi avrebbe provato a sostituire la nuova illusione alla vecchia, o a far sì che tutte e due si annullassero a vicenda. Da due segni "-" a un segno "+". Se era possibile in matematica perché non poteva essere lo stesso anche nella vita...?
In fondo non c'era niente di nuovo, né di originale. Niente che altri prima di lui non avessero già passato.
E, se non era migliore di tanti altri, pure sapeva di non esserne peggiore. Era un signor nessuno, un uomo come tanti altri; forse un filino più prudente di molti. E, con estrema cautela, riprese lentamente ad affacciarsi verso la vita.


lunedì 17 dicembre 2012

I Don't Like Mondays è senza dubbio il singolo più famoso dei Boomtown Rats. Nel gennaio del 1979 il frontman della band, Bob Geldof, sentì la notizia di una sedicenne di San Diego, negli Stati Uniti, di nome Brenda Ann Spencer, resasi protagonista di una sparatoria nella sua scuola che portò alla morte di due persone, oltre a nove feriti. Quando un giornalista riuscì ad avvicinarsi alla Spencer e a chiederle il motivo di quel folle gesto, lei rispose semplicemente "I don't like Mondays" ("Non mi piacciono i lunedì"). Questa terribile frase ha ispirato il musicista irlandese tanto da fargli scrivere una canzone. Nel corso del 1980 i genitori di Brenda Spencer hanno tentato senza successo di bandire I Don't Like Mondays dagli U.S.A.







'Sandy Hook Elementary School'
Newtown, Connecticut

26

venerdì 9 novembre 2012

Poesie sparse... 30



Però mi hai tinto l'anima di nero
come una vacca triste che già dorme
sotto ad un cielo orfano di luna.
Così ora che i lampioni hanno gelato
sul marciapiede non si vede nulla:
non io, non dio, nemmeno un'ombra scarna
.. neppure le tre cicche che ho gettato.


 

martedì 16 ottobre 2012

Poesie sparse...29


Io voglio rivedere i tuoi colori
- i tuoi colori in quell'ordine esatto -
passare alla maniera di una volta
e poi fermarsi qui dove mi trovo.
Allora a Dio chiederei solamente
che lentamente tu ti avvicinassi
mentre sparisce il bianco e poi ogni cosa...



Siamo colori. Ciò che vediamo non sono le figure, ma i colori. Le figure, in quanto tali, di fronte agli occhi non esistono; meno che mai i contorni. Per questo i disegni dei bambini non si avvicinano mai alla realtà. Sono stati alcuni pittori francesi a capirlo per primi. Tutto ciò che vediamo (e, quindi, anche noi stessi) non è altro che una determinata combinazione di rifrazioni dello spettro solare. Se, per esempio, vediamo una superficie rosa è perché questa riflette tutte le variazioni dello spettro solare, tranne il rosa. Se, paradossalmente, l'ossigeno persistesse e, contemporaneamente, il sole, le stelle, i lampi e tutti gli altri oggetti luminosi dovessero sparire, noi probabilmente smetteremmo di esistere.

mercoledì 10 ottobre 2012

3 buoni motivi per andare alle primarie del PD e votare Matteo Renzi


1) Perché, forse inconsapevolmente, sta proponendo qualcosa di squisitamente liberalsocialista.
(cfr. Carlo Rosselli, Il socialismo liberale)

2) Perché, è vero, sta cavalcando l'onda; ma lo fa alla maniera dei surfisti: non si fa trasportare, è lui a scegliere l'altezza e la direzione...

3) Perché, come amava dire di sé Robert Kennedy, è riuscito a unire la sinistra, a mettere d'accordo tutti: tutti contro di lui! (e di questi tempi vorrà dire qualcosa...)

Ricordiamo, poi, che il candidato in questione salì agli onori delle cronache per una curiosa storia di cui si trovò, suo malgrado, protagonista a causa dei doveri del suo ruolo istituzionale. Già: anche adempiere ai propri doveri, soprattutto in Italia, a volte può diventare imbarazzante o motivo d'accusa...

Andare alle primarie di un partito significa prendere parte a una meravigliosa manifestazione di democrazia e di civiltà, tanto più se non siamo orientati a votare quel determinato partito che le ha indette.

Data: 25 novembre 2012. Primarie del PD, votiamo Renzi.


Nunc pede libero pulsanda tellus...



lunedì 17 settembre 2012

Odissea sparsa - parte 6 - Polifemo



Lui che è un ciclope può girare nudo 
può massacrare tutti i miei compagni 
e usarne le ossa per pulirsi i denti. 
Può bere il vino puro degli dei 
- appena poco più di un animale - 
eppure voler bene alle sue capre... 
Ma forse allora il mostro è Senza nome: 
allora forse il mostro è Chi pretende 
diritti per giocar con senno ai dadi, 
Chi con astuzia ha tessuto il tranello 
che ti ha portato via il tuo solo occhio 
e in più, rispetto a te, ha un occhio solo.


lunedì 3 settembre 2012

Robert Kennedy, find the difference


Queste sono alcune delle illusioni di cui bisogna liberarci se vogliamo che gli avvenimenti di questi ultimi tempi non siano solo una tragedia ma anche una lezione, una lezione che porta con sè alcune verità fondamentali.

La prima di queste verità è che una vittoria militare non è nè in vista nè prevedibile a breve scadenza; che forse è al di là delle nostre possibilità, e che lo sforzo per raggiungerla si tradurrebbe solo in un ulteriore massacro di migliaia di creature innocenti e indifese: un massacro che resterebbe per sempre sulla coscienza del popolo americano.

La seconda è che una vittoria del genere non è affatto necessaria agli interessi americani, anzi potrebbe addirittura danneggiarli.

La terza è che, nonostante le nostre affermazioni, è puramente illusorio pensare che il nostro controllo sul paese sia aumentato e che una porzione maggiore della popolazione sia da considerarsi sicura.

La quarta è che la battaglia più importante di questa guerra non è quella che si misura in cadaveri e in bombe sganciate, ma quella di una sempre maggiore partecipazione del popolo afghano agli obiettivi del suo governo.

La quinta è che l'attuale regime di Theran non vuole e non può essere un efficiente alleato nella guerra contro il terrorismo.

La sesta è che il compromesso politico non è proprio la strada migliore per arrivare alla pace ma è la sola strada, e se non abbiamo scrupoli a rischiare tante giovani vite per la guerra non dobbiamo nemmeno aver paura di rischiare un po' del nostro prestigio per la pace.

La settima è che la politica dell'escalation, lungi dal rafforzare e dal consolidare la resistenza internazionale all'aggressione, sta danneggiando gravemente il prestigio del nostro paese del mondo, sta riducendo la fiducia degli altri popoli nella giustezza della nostra causa e sta indebolendo il fronte mondiale della libertà e della pace.

L'ottava è che il modo migliore per salvare ciò che più ci interessa nel Medio-Oriente, cioè la vita dei nostri soldati, è quello di arrestare l'allargamento della guerra, e che la via migliore per porre fine alle perdite è quella di porre fine alla guerra.

La nona è che al popolo americano va detta la verità su questa guerra, in tutta la sua terribile realtà, prima di tutto perché ha diritto di conoscerla, e poi perché solo così un governo può guadagnarsi la fiducia dei cittadini e ottenere quel pubblico consenso che è tanto necessario per i non troppo chiari giorni a venire.

Nessuna guerra ha mai richiesto più coraggio da parte del nostro popolo e del nostro governo; e non parlo del coraggio che occorre per affrontare il fuoco nemico o per fare sacrifici, ma del coraggio di rinunciare al conforto delle illusioni, di farla finita con le false speranze e con le allettanti promesse.. La realtà è triste e dolorosa, ma è solo un lontano accenno dell'angoscia verso la quale ci porterebbe sicuramente una politica basata sull'illusione. Siamo un grande popolo e il nostro è un grande paese: ma chiunque cerca di addolcire le cose anziché parlare apertamente, chiunque cerca di rassicurare anziché informare, chiunque promette soddisfazioni anziché rivelare le sconfitte, nega la nostra grandezza e opera contro la nostra forza. Perché oggi, come è stato agli inizi, è la verità che ci fa liberi.




Sostituite la parola Theran con Saigon, Afghanistan con Vietnam e "terrorismo" con "comunismo": Avrete la parte finale del discorso pronunciato da Robert "Bobby" Kennedy l'8 febbraio 1968 a Chicago.

Ma, prima, trovate le differenze tra ora e allora.

venerdì 31 agosto 2012

lunedì 9 luglio 2012

I capelli delle donne



Le bionde sono simpatiche o fatali;

Le rosse sono stupide o intriganti;

Una moretta, invece, è una moretta.

giovedì 14 giugno 2012

Risposta ad Elledy - End of World

11 domande in cerca d'autore

- Un film che tutti dovrebbero vedere?

D'istinto ho pensato a Hereafter; ma forse basterebbe Neverland... di certo è molto meno impegnato.

- Un classico: il primo oggetto sulla tua sinistra è l'oggeto che userai per un' apocalisse zombie? Cos'e?

Direi di no. Il primo oggetto che ho visto sulla mia sinistra è la statuetta di un bersagliere barbuto in corsa. Con tanto di spada, ma certamente non adatto a un' apocalisse, né ad altro evento similare.

- Un mezzo di trasporto alternativo per andare a lavoro?

I piedi. Possibilmente dentro a un bel paio di scarpe semoventi. Oppure quelle scarpe con le ruote (non i pattini).

- Quale personaggio dei fumetti ti piacerebbe essere?

Senza pensarci ho scritto Constantine. Il che significa o che desidero la morte di tutti coloro che mi sono attorno, o che sto veramente messo male...

- Qual'è la parola più complicata che riesci a pensare?

Precipitevolissinevolmente oppure Otorinolaringoiatria, ma non ho ancora capito esattamente cosa cazzo sia.

- Un ricordo d'infanzia a cui sei particolarmente legato?

Mia nonna che compra le fragole, a Napoli, calando giù dal balcone con lo spago un cestino di paglia contenente 10.000 £ (a proposito, quanto era gagliardo il carattere delle lire?)

- La tua concezione dell'umanità nel tuo stato d'animo migliore.

possibilità infinite

- La tua concezione dell'umanità nel tuo stato d'animo peggiore.

Me ne guardo... ma potrei rispondere nuovamente "possibilità infinite"

- La donna/uomo per cui perdere la testa?

Nora Zehetner.


- Un stereotipo che ritieni insopportabile?

Chi ben comincia è a metà dell'opera... Ah no, questo è un proverbio. Allora... beh, scelgo: la smart la parcheggi dove vuoi: un po' perchè odio le smart; un po' perchè non è vero. Le smart le parcheggi dove vuoi solo se NON SAI PARCHEGGIARE. E qui credo che tutti coloro che professano l'odio per le smart mi abbiano capito. A proposito, l'altra settimana a Piazza Bologna c'era un carro attrezzi che ne portava via una.... che orgasmo!

- Quanto ritieni fastiodioso questo meme da 1 a 11?

direi 1: in fondo mi ha portato a scrivere la cosa più impegnata dell'ultima settimana (ma forse anche delle ultime due). Però così mi ha ricordato che non sto più scrivendo un cazzo di nulla; perciò comincio a odiarlo. Vale scrivere 1-11? Oppure no, risolvo così: (1-) 4-2-3-1. Ecco, già sono più felice....



P.S.: è stato simpatico, ma non credo farò girare questa roba. Anche perché non saprei nemmeno a chi passarla....

sabato 2 giugno 2012

Shonda Rhimes uccide Lexie Grey


Il post seguente è una semplice lamentela in seguito alla morte di Lexie Grey


Questo avvenimento segna il mio definitivo allontanamento dalla serie tv Grey's Anatomy. Serie che, tengo a sottolinearlo, ho (ri)cominciato a vedere nel periodo napoletano (in stato di malattia e di solitudine) solo ed esclusivamente per la presenza di Lexie Grey, il personaggio interpretato dalla meravigliosa Chyler Leigh. Shonda Rhimes ha ucciso Lexie Grey; io non guardo più Grey's Anatomy.



... E poi dai, cazzo, era l'unico personaggio ad avere portato un po' di freschezza dalla terza stagione! 
Poteva far morire il plastico belloccio e stronzo, una delle due lesbicone, la vedova cardiotoracica (perchè no?) oppure quella pasticciona della Kepner. Addirittura la Bailey, altro personaggio oramai completamente imploso su sé stesso, senza più niente da comunicare a nessuno: poteva morire, non mi sarebbe dispiaciuto più di tanto. Ma la piccola Grey no...

SHONDA RHIMES, SHAME ON YOU!



sabato 12 maggio 2012

Lettera a Luis Enrique

< Scritta poche ore dopo l'intervista rilasciata dal d.g. della Roma Franco Baldini in merito alle dimissioni di Luis Enrique >


Caro mister Luis Enrique Martinez Garcia,


Dopo aver ricevuto questa mattina la conferma delle sue dimissioni, ascoltando l’intervista rilasciata dal d.g. Franco Baldini, non volevamo credere alle nostre orecchie.
Gli occhi hanno cominciato a grondare lacrime, o poco ci mancava. Una reazione incontrollata, forse eccessiva, alla quale è poi seguita una domanda che ci ha martellato e ci martella tuttora la testa: perché? Perché una storia d’amore che si era preannunciata così rosea è potuta durare solo dieci mesi, perché solo lo spazio di un mattino? Cosa è tutto d’un tratto venuto a mancare?


È vero che questa stagione non ci ha regalato niente di entusiasmante: ma eravamo preparati a questo… (?) ne eravamo preparati, perché sapevamo che sarebbe stato solo un preludio a qualcosa di bello, di arrogante, di convincente. D’altronde abbiamo avuto modo di vedere e comprendere quale sia la sua idea di calcio: abbiamo avuto la fortuna di assistere a prestazioni emozionanti e palpabili (anche nel risultato) come, per esempio, nella gara contro il Bologna, contro l’Inter, contro l’Udinese e (perché no?) nella prima metà del derby d’andata. Lei, in effetti, non ha mai perso l’occasione di tramandarcela, questa sua Idea, sebbene il campo sia stato più volte, nel corso di questo campionato, un compagno non amico.


Non osiamo avventurarci nella giungla dei dettagli tecnici calcistici da lei curati perché, è chiaro, sarebbe ridicolo per due semplici tifosi discutere di schemi e innovazioni con un allenatore competente quale lei è. Ma è pur vero, e questo non deve dimenticarlo nessuno, che lei ha avuto dei grandissimi meriti nel guidare questa Squadra. Quanti altri allenatori in Serie A hanno gestito organici giovani come quello che lei ha avuto? Quanti hanno avuto il coraggio di puntare seriamente su un pugno di semi esordienti la cui età media arriva a stento ai ventidue anni? Quanti allenatori hanno avuto la sfortuna di giocare un intero campionato praticamente sempre privi della propria difesa titolare? Quanti allenatori avrebbero usato anche solo questo dato oggettivo come una scusante per giustificare prestazioni mediocri? Quanti allenatori, date queste premesse, avrebbero continuato nella propria idea di gioco sempre spronata in avanti, all’insegna della parola d’ordine del “calcio totale”? Quanti avrebbero gettato la spugna in corso d’opera? Lei è un uomo coraggioso, mister: probabilmente l’allenatore più coraggioso che la Roma abbia mai avuto. E questo non deve dimenticarlo nessuno: lei per primo.



Speriamo non si sia fatto eccessivamente influenzare da quella parte della piazza che, seppur in grado di far sentire la propria voce grazie a una cassa di risonanza non indifferente, ha condotto da subito o quasi una mediaticamente terroristica campagna di aggressione nei suoi confronti. Creda, le persone che in questo momento si sentono deluse e dispiaciute per la sua scelta sono infinitamente superiori in numero rispetto ai suoi detrattori. Sono certamente superiori in numero rispetto a quegli pseudo tifosi che adesso certamente stanno festeggiando la sua resa.
Certo, lei è un essere umano e la sua decisione è più che legittima: non arriviamo al punto di definirci amanti traditi; ma ci sentiamo sicuramente già privi di quanto è riuscito a trasmetterci in tutti questi mesi di lavoro. Ci sentiamo già privi del suo stile, del suo modo di comunicare, della sua schiettezza e della sua sincerità. Della sua lealtà.


Ciao mister; hasta luego y suerte!

due Romanisti

sabato 21 aprile 2012

What is it about Men



"Cosa altro ti ha detto lei?"
"Che hai degli incubi"
"Tutti gli uomini hanno incubi"
"Solo chi ha vergogna per quello che ha fatto"
"Tu non hai idea di cosa ho fatto"
< ... >
"Tu hai visto molte cose..."
"...è così."
"... e non temi la morte; ma, anzi, qualche volta la desideri: non è vero?"
"Sì"
"Anche io. Capita a chi ha visto ciò che noi abbiamo visto."




"Sii uomo": la gente lo dice continuamente. Ma che cosa vuol dire?
... è una questione di forza? ... è una questione di sacrificio? Forse è più semplice di così.
Devi sapere quando non devi fare l'uomo: a volte ci vuole un vero uomo per mettere da parte il proprio ego, ammettere la sconfitta e, semplicemente, ricominciare tutto daccapo.



domenica 8 aprile 2012

Pasqua - Jesus was an only Son


Gesù baciò le mani della madre
e sussurrò "Madre, ferma le tue lacrime
poiché, ricorda: l'Anima dell'Universo
ha voluto un mondo, ed esso è apparso..."

Bruce Springsteen


In Jesus as an only son è un figlio in punto di morte che parla alla madre e, baciandole le mani, le dice: "trattieni le lacrime". In questo vero e proprio standard spiritual, con tanto di Hammond e cori, non ha importanza il fatto che questo figlio sia Gesù che "a Nazareth leggeva i Salmi di David ai piedi di Maria". La ripresa biblica è al servizio di un topos springsteeniano sin dai tempi di Independence Day. Springsteen è un eretico a cui interessa solo l'umanità del Cristo. "per Jesus was an only son" racconta Springsteen "ho affrontato l'episodio del Calvario e della crocifissione da un punto di vista, per così dire, secolare: ho parlato di Gesù come se fosse un figlio qualsiasi, e ho provato a immaginare la storia dal punto di vista di Maria, perchè per lei ciò che stava accadendo era semplicemente il fatto di perdere suo figlio". Durante un concerto, introducendo il brano, Springsteen arriverà a dire che "il titolo, Jesus was an only son, significa che, sebbene Gesù avesse fratelli e sorelle, non li aveva quel giorno sul Golgota. Quel giorno era solo. Ho sempre pensato che se fossi stato nei panni di Gesù mi sarei detto: Cavolo, il tempo è sempre bello in questa stagione, qui in Galilea. E c'è quel piccolo bar... Potrei gestirlo io, Maria Maddalena potrebbe servire al banco, potremmo avere dei bambini, andare a messa nel week-end..."


"the soul of the Universe", la "grande Anima universale", è un'immagine inaudita nel messaggio cristiano: nella Bibbia (a cui tutto il testo si richiama) non se ne fa cenno. In effetti, la fonte sembrerebbe essere - ancora una volta - Furore di Steinbeck e in particolare il discorso di Tom a Ma Joad: "Bè, forse come dice Casey, una persona non ha un'anima propria, ma solo una parte di un'anima più grande".

by Leonardo Colombati
"Bruce Springsteen - Come un killer sotto il sole"




Il più grande topos americano è il viaggio, la fuga. Il percorso verso la terra promessa. The promised land. Il Grande, effimero, Sogno del grande romanzo Americano. Ma il sogno si è quasi sempre infranto; la promessa si è troppe volte spezzata. Perchè, per credere nella Terra Promessa, per arrivarci, non basta essere dei Sognatori. Per Credere davvero nella Terra Promessa, per cercarla e inseguirla, bisogna essere Uomini.

venerdì 6 aprile 2012

poesie sparse...28

Come una zuppa triste paperotta
che avanza lenta e si liscia le piume
tormenti con la mano i tuoi capelli
un po' arruffati di pioggia e d'amore...

sabato 24 marzo 2012

Carnet di marcia #2




Le leggende di SanGi

Daniele: "Non voglio sporcare SanGi; spero che questa cartaccia non cada a terra, ma che si impigli tra i rami"


Poesia riscoperta: Il lampo; Giovanni Pascoli

E cielo e terra si mostrò qual era:

la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte nera.


Canzone del momento: Swans; Unkle Bob



domenica 11 marzo 2012

Odissea sparsa - parte 5 - Calipso



Canne e sterpaglia che accecano il mare
un circolo di sabbia senza uscita
e il sole eterno zenith che impedisce
ombre di fuga e zattere arrangiate:
Da venti giorni, forse da una vita
questo sputo di terra è una prigione
anche se vuole assomigliare a casa.
Ma dietro quella spiaggia oltre il confine

un poco Oceano un po' Mediterraneo
ci sono la mia isola e mia moglie.
Proibiscono l'odore del ritorno
l'ira di un dio e l'amore di una ninfa:

se proprio lo desideri 'Calipso
mi puoi legare tutto, tranne il cuore.




Il percorso continua, nonostante tutto. E continuano anche le poesie di questa "Odissea fasulla", sparpagliate di qua e di là: oggi Ulisse incontra Calipso.

venerdì 2 marzo 2012

Carnet di marcia #1

E' iniziata. Ora vediamo cosa succede.
Ulisse è finalmente in viaggio. E adesso, sì, può veramente capire cosa siano Itaca, Penelope e tutto ciò che ama...



... E se l'amore che avevo
non sa più il mio nome...
come i treni a vapore
di stazione in stazione
e di pioggia in pioggia
e di dolore in dolore
il dolore passerà.



Posizione attuale: San Gimignano

Canzone di questi giorni: Una giornata uggiosa



Poesia riscoperta: Calipso (prossimo post)

mercoledì 22 febbraio 2012

Wrecking Ball: gli inediti 2012 di Bruce Springsteen -#1-

We take care of our own sembra quasi un Born in the U.S.A. al contrario.
Questa è stata la prima impressione che ho avuto ascoltando il singolo di lancio di Wrecking Ball e leggendone il testo.
Quasi che Springsteen abbia tentato, a quasi 30 anni di distanza, di "riappropriarsi" del suo brano più noto, forse mai totalmente capito dal grosso degli americani.
Born in the U.S.A. appare come un inno, ma è una canzone di protesta. Il titolo originale di Born in the U.S.A. avrebbe voluto essere Vietnam, perchè di questo si parla: Born in the U.S.A. racconta del ritorno in patria di un reduce del Vietnam, il primo conflitto perso dalla stra-potenza americana da dopo la II guerra mondiale. Nemmeno il Presidente Reagan, almeno all'apparenza, sembrò voler intendere il reale messaggio di questo singolo, certamente tra i brani più noti di Bruce Springsteen nel mondo.

Analisi e confronto tra We take care of our own e Born in the U.S.A.

L'impostazione musicale, infatti, somiglia molto a quella di Born in the U.S.A. : anche in We take care of our own si sente un qualcosa di militare, o comunque di patriottico. Il testo è certamente più ermetico e meno chiaro rispetto a quello del brano degli anni '80, ma risulta al tempo stesso anche un collante a presa rapida sull'ascoltatore. E il senso di fondo non cambia poi tanto. Born in the U.S.A. è il prodotto di un giovane uomo; We take care of our own appartiene a un essere umano ben più maturo. Che non strilla più in faccia a nessuno, ma riesce ugualmente a farsi ascoltare grazie a una forza dalla provenienza non perfettamente definita.


Official video + testo (sub engl) di We take care of our own




I nati negli Stati Uniti, adesso, scelgono la via della solidarietà e/ma si prendono cura di sè stessi.
La pappa, in fondo, è sempre quella. Ma, in questo caso, il proverbio andrebbe smentito: la minestra è buona anche riscaldata.

mercoledì 15 febbraio 2012

frames around me


Oggi Saintlamb informa i suoi lettori riguardo un nuovo link che si è meritato un posto di rilevo all'interno del "laterale". Il link è il seguente: www.fabriziachiappa.com

Potremmo dire, banalmente, che è un sito di fotografie. Ma la banalità, da queste parti, non è mai piaciuta; quindi entriamo nel dettaglio...

Fabrizia Chiappa è, come potranno facilmente intuire gli utenti, un'eccellente fotografa: meravigliosamente attenta al dettaglio e agli effetti della luce, è in grado di catturare attimi che difficilmente lasciano indifferente chi osserva. Questa è, però, la parte "scontata" della storia.

Saintlamb sceglie oggi di offrire la miseria che ha (un povero, benchè stabile, link di reindirizzamento) al portale di Fabrizia Chiappa non tanto per la bellezza dei suoi scatti; quanto per il pensiero che l'autrice di queste favolose immagini formula sulla fotografia:

Lo scatto era per lo più unico perché il costo dello sviluppo era tale che non potevo permettermi tanti tentativi (...)
Queste difficoltà oggettive (...) davano valore alla fotografia e grande soddisfazione a me che l'avevo scattata (...)

Oggi chiunque è in grado di fare una bella foto: poter vedere prima il risultato, non avere limiti nel numero di scatti e avere a casa l'amico fotosciòp (...) Il risultato è una montagna di immagini personali chiuse in un pc e condivise col resto del mondo che hanno il solo scopo di documentare in modo ossessivo ogni attimo della nostra esistenza facendoci così perdere la capacità di scegliere e di ricordare.

Dove cercare allora il senso, il significato, il valore di una fotografia?
Nell'attenzione.
Nella ricerca.
Nella scelta.
Nella capacità di saper cogliere quei
"frames around us" che non smettono mai di girarci intorno ma che solo occhi che distinguono e preferiscono sanno vedere.


Tuttavia, per non essere ipocriti, è doveroso sottolineare che Fabrizia è una parente, una "zia" ... Ragion per cui, due volte, non poteva assolutamente mancare nella lista dei miei personali "siti amici".

Ai prossimi visitatori di Frames around us, dunque, augurerei una splendida visione!

Ma in realtà non c'è molto da augurare, perchè del risultato sono già sicuro...

















Ciò detto, il vostro affezionatissimo vi saluta: La notte è ancora giovane e io devo lavorare.

P.S.: Flickr...

venerdì 27 gennaio 2012

Odissea sparsa - parte 4 - Penelope

Il punto cruciale della serie "Odissea fasulla": versi probabilmente nemmeno molto riusciti, ma per cui c'è voluto un mese abbondante di lavoro e di revisione.

Dunque, ecco a voi Penelope (nella sua versione breve e, probabilmente, definitiva)

So, here's to you Penelope (that's the short and - maybe - final version)



Penelope l'Ulisse che hai aspettato
giace nè dio nè uomo
nascosto nella terra di Calipso,
ninfa che non immagina o fa finta
di non sapere che l'amore a volte
può chiedere anche cose che non vuoi...
Il tempo si disegna per la tela
ma l'uomo non è più tornato a casa
.. Lo vedi lì nel mare che è in tempesta?
.. Ti specchi nei suoi occhi ora lontani?
Penelope alle volte le apparenze
contano poco o niente
e tu che non primeggi tra le donne
sei preferita a maghe dee e sirene
da Ulisse che anche in viaggio non ti scorda.
Tu sei e sarai per sempre la risposta:
il filo dissonante della tela
quando la trama è senza via d'uscita.

sabato 14 gennaio 2012

La Pagliaccina è Scarlett Johansson


Come dimostrano queste immagini, La Pagliaccina è arrivata negli States e Scarlett Johansson, che se ne è subito innamorata, ha voluto farsi fotografare nelle vesti del personaggio della poesia.

Le foto di Scarlett Johansson - Pagliaccina stanno facendo il giro del mondo...





























P.S.: Potrò scrivere due cazzate anche io ogni tanto, no?...

P.P.S.: Comunque quella nelle foto è davvero Scarlett Johansson.

venerdì 13 gennaio 2012

Happy Birthday parte 2 - la versione di Constantine




Una sigaretta per ogni anno...

John Constantine ha vinto ancora!


Copyright: Vertigo, DC Comics, Hellblazer John Constantine



P.S.: Per motivi di pubblica decenza e per amore di un indiano che, altrimenti, verrebbe denunciato, la direzione si riserva il diritto di non pubblicare immagini o testimonianze riguardo al 12 c.m. sera...

giovedì 12 gennaio 2012

Happy Birthday




Come forse alcuni di voi sapranno, ho da poco cambiato il cellulare, poichè quello vecchio era deceduto. Con la sua scomparsa, però, se ne sono andate anche tutte le date dei vostri compleanni. Se qualcuno di voi passa da queste parti, può ricordarmi quale sia il giorno del proprio Natale?... Eviterete a me una figuraccia e a voi il rodimento per mancati auguri.
Goodbye folks


P.S.: Vabbè, dai: visto che è lo stesso giorno, Auguri pure a lui...


Pablo Daniel Osvaldo compie oggi 26 anni.

giovedì 5 gennaio 2012



Geraldina

"La famiglia si allarga
e così il mio sorriso..."

Alessandro Riccioni