mercoledì 8 dicembre 2010

Il Campo Magnetico (e la radiestesia)

Con questo post continua la serie iniziata con Il Medium. Quelle che darò ora sono nozioni poco più che elementari, perchè (ahimè) non ho e non ho mai avuto uno spirito "scientifico". Sarebbe inutile, oltre che deviante dalla nostra principale linea guida, proporvi una trattazione meramente scolastica; perciò sarò breve e conciso... sperando di non lasciare aperti (nella mia ignoranza) troppi dubbi e perplessità.

Tutti noi sappiamo che attorno al nostro pianeta (come, d'altronde, attorno a qualsiasi corpo celeste) passa un intenso campo elettromagnetico. Tale campo, per quanto riguarda la Terra, esiste perchè il nucleo esterno del pianeta è costituito da atomi metallici carichi elettricamente che, muovendosi, generano una corrente: intorno alle correnti elettriche, come ci insegna la Fisica, si forma il campo magnetico.
In questo contesto si colloca l'uomo, entità vibratoria che evolve in un mondo di vibrazioni. L'essere umano è alla mercè continua delle forze elettromagnetiche che si sprigionano dalle onde emesse da tutte le materie; minerali, animali o umani che siano. Nota che i tre regni appena citati sono formati da atomi dotati di energia vorticosa e vibratoria. Le cellule umane possono ricevere ed emettere onde in grado di accordarsi su una determinata frequenza, entrando così in stato di risonanza.

Esempio che detto così sembra campato per aria, ma è in realtà fortemente esplicativo: Se c'è un temporale e io mi trovo vicino a un albero alto dieci metri, un ipotetico fulmine colpirà l'albero. Se invece mi trovo vicino a un albero di appena due metri, probabilmente il fulmine colpirà me (che, in quanto essere umano, sono un ricettore di onde elettromagnetiche molto più forte)

Tuttavia è bene ricordare che non è la sola materia a emettere radiazioni; ma anche forme e colori.

Mettiamo subito un altro paio di puntini sulle "i", tanto per aprire altre porte: il campo magnetico non è "regolare", nel senso che non ha in tutti i punti del globo la stessa forza e la stessa intensità. E che ce frega a noi? Ci frega, perchè le variazioni del campo elettromagnetico hanno importanti risvolti anche sulla nostra salute. Non è un mistero che a Lourdes la forza elettromagnetica sia più intensa che altrove; lo stesso Stonehenge era considerato, ai tempi dei druidi e dei celti, un luogo di guarigione (N.B. le proprietà di Stonehenge vengono studiate tuttora).

Chiusa questa parentesi possiamo quindi aprire una finestra su un altro argomento a dir poco interessante: la radiestesia.
Il termine radiestesia deriva dall'accostamento di due radici: radius (raggio) e aesthesis(sensazione); pertanto, parlando di radiestesia, parliamo di possibilità di percezione sensorialedi una radiazione. Radiestesia è la possibilità per l'essere umano di percepire alcune radiazioninon comunemente percettibili dai cinque sensi. Parliamo di un'arte che è, in qualche modo, sempre esistita con il nome di "rabdomanzia" (i fini sono di poco diversi).

L'abate Mermet per primo intuì che, tramite il pendolo/la bacchetta, se riusciva a sondare le acque presenti nel sottosuolo, allora poteva individuare anche i principali flussi energetici all'interno del corpo umano.

La radiestesia medica (che non è una scienza e, per il suo carattere parzialmente affidato all'intuizione, non potrebbe mai esserlo) è strettamente connessa, di conseguenza, a quelli che sono i centri energetici del nostro organismo, noti nella cultura orientale (India) come chackra.


I chakra sono vortici metafisici di energia che derivano dall'antico sistema indiano di cura, il quale li posiziona in sette centri principali lungo il corpo, di cui controllano il flusso di energie invisibili. Essi simboleggiano il collegamento tra la sfera fisica e quella spirituale e coincidono con il sistema endocrino del corpo. Quando sono in equilibrio, tutti e sette i chakra maggiori aiutano una parte specifica del corpo a funzionare perfettamente. Quando sono sbilanciati, non funzionano correttamente o sono "bloccati", possono essere causa di numerosi problemi mentali, emotivi e fisiologici.
La parola chakra deriva dal sanscrito e significa ruota, oppure disco.

Questi moderatori di energia rarefatta vengono tradizionalmente rappresentati da fiori di loto, ciascuno dei quali risuona su diverse frequenze, in corrispondenza dei colori dell'arcobaleno. Benché si ritenga che il sistema energetico umano sia basato su molti chakra, e sebbene se ne "scoprano" continuamente di nuovi, il sistema indù tradizionale ne individua sette maggiori.
I sette chakra principali hanno un'ubicazione, rispetto al corpo fisico, che corrisponde ai principali centri nervosi in quella determinata regione del corpo stesso e sono posti lungo la colonna vertebrale; nascono dall'incrocio di un maggior numero di canali rispetto ai 21 chakra secondari.
Ciascuno dei chakra maggiori sul davanti del corpo è accoppiato alla sua controparte sul dietro del corpo; essi sono considerati l'aspetto anteriore e quello posteriore di un unico chakra.
Il chakra n. 1 ed il chakra n. 7 non sono considerati come una coppia, in quanto costituiscono le estremità aperte della corrente energetica verticale e principale che scorre su e giù nella colonna vertebrale, cioè nella regione verso la quale sono rivolti tutti i vertici dei chakra.
Il vertice del chakra, laddove si connette con la corrente energetica principale, si chiama radice o cuore.

Il CHAKRA DI BASE (primo), in sanscrito, si chiama MULADHARA, che significa radice o supporto; il suo colore è rosso o nero e riguarda i bisogni fisici e la sopravvivenza umana.

Il CHAKRA SACRALE (secondo) è SVADHISTHANA, che significa dolcezza; il suo colore è arancione. E' posizionato vicino agli organi femminili della riproduzione ed è associato al nutrimento, alla recettività ed alle emozioni. E' il chakra della sessualità.

Il CHAKRA DEL PLESSO SOLARE (terzo) è MANIPURA, ossia gemma splendente; il suo colore è giallo come il sole. Il cambiamento ed i movimenti relativi a questo chakra implicano la trasformazione dell'IO in un essere dotato di potenza ed autodeterminazione, ma non ha niente a che vedere con l'aggressione o con il controllo degli altri. Lavorare su questo chakra serve per superare le differenze e raggiungere uno stato di interezza e di equilibrio.

Il CHAKRA DEL CUORE (quarto) è ANAHATA, che significa suono fatto senza che due cose si colpiscano; è di colore verde/rosa e permette la coesistenza di corpo e spirito, Presiede al perdono e alla comprensione, ad un amore incondizionato attraverso il quale accettiamo gli altri e, prima di tutto, noi stessi.

Il CHAKRA DELLA GOLA (quinto) è VISHUDDHA, cioè purificazione; il suo colore è blu ed è collegato all'espressione personale combinata alla responsabilità. E' il chakra della comunicazione.

Il CHAKRA DEL TERZO OCCHIO (sesto) è AJNA, che significa percepire, sapere, controllare; il suo colore è l'indaco ed è il chakra del terzo occhio. Esso ci dona la capacità di intuire cose di cui non vi è concreta evidenza.

Il CHAKRA DELLA CORONA (settimo) è SAHASRARA, ovvero moltiplicato per mille; il suo colore varia dal viola al bianco ed è il chakra dell'illuminazione, della realizzazione di sé, del compimento e dell'Essere Divino. E' modulato sul più elevato stato di coscienza.

Questi chakra hanno la funzione di collegarci con le energie vitali e di trasmetterli ai vari livelli dell'essere.
L'energia non ha solamente una azione vitalizzante, ma anche una funzione informativa. Ogni chakra è in grado di assorbire un certo tipo di frequenza energetica che corrisponde all'informazione necessaria per il buon funzionamento di quel chakra specifico. In proporzione alla maggiore e minore capacità di metabolizzare una certa qualità energetica i chakra risulteranno più o meno aperti.
Quando un chakra non è ben aperto, può causare carenze energetiche all'area corrispondente. Queste, col tempo, possono determinare problemi di ordine fisico, emotivo e psichico, oltre a squilibrare tutto il sistema dei chakra, i quali non possono essere considerati separati gli uni dagli altri.
I cinque chakra centrali, sono doppi e presentano un aspetto frontale (
centri emotivi collegati ai sentimenti) ed uno dorsale (centri della volontà). Il primo ed il settimo sono singoli: il primo (rivolto verso il basso) ed il settimo (rivolto verso l'alto), risultano monoversi ed adempiono alla funzione di collegarci alla terra (materia) ed al cielo (consapevolezza).

Ogni chakra è associato alla propria aura. L'energia metabolizzata dai chakra, infatti, entra con le proprie informazioni direttamente nelle aure e raggiunge livelli di coscienza e consapevolezza sempre più profondi, man mano che vengono interessate le aure più "spirituali".
Così le idee astratte, per concretizzarsi, devono scendere verso il basso e gli avvenimenti percepiti, attraverso i sensi, devono salire verso l'alto per essere compresi.
Pertanto un individuo che abbia i centri superiori aperti potrà avere delle ottime idee, ma se i centri più bassi non funzionano, non sarà in grado di realizzarle. E viceversa, un individuo con i centri inferiori molto attivi, potrà avere migliaia di esperienze, ma se queste non vengono filtrate dai centri superiori, non gli saranno di alcun aiuto in termini di comprensione.
É perciò importante che i chakra siano aperti ed attivi nella loro interezza, infatti, la loro perfetta funzionalità e correlazione è sinonimo di buona salute.
Ogni chakra ha un colore che è in relazione al colore dell'
aura corrispondente e che deriva dalle vibrazioni del chakra stesso.

(http://www.fiordiloto.org/public/chakra.htm)


Abbiamo appena fatto il salto nella tana del coniglio... Presto, molto presto, la esploreremo insieme. Capirete quali sono i collegamenti tra questi due post.

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